trabocchetto
di svuotatoio
La verità è che so che non cambierò, che non prenderò nessuna decisione categorica, drammatica. Finché si tratta solo di pensieri, di un semplice gioco mentale, allora mi sento coraggiosa, ho l’impressione che mi deciderò, che farò il salto, ma quando arriva il momento di creare i fatti e affrontarne la responsabilità, allora mi entra una paura irrazionale, un panico che trasformo in mostri. Non so esattamente se è paura della miseria, dell’insicurezza o del disprezzo degli altri. Forse è qualcosa di meno nobile di tutto ciò. Forse è semplicemente paura della scomodità, della mancanza di comfort. Perché quando penso che la mia vita è grigia, tediosa e monotona, non mi sfugge che la routine comporta una serie di cose insignificanti, ma gradevoli. Se io fossi una persona geniale, o potente, certe cose non avrebbero importanza, perché la cosa importante sarebbe la mia opera d’arte, l’esercizio del mio potere, la pienezza
delle mie scelte e azioni, ma dato che questo non è il mio caso, le cose insignificanti, ma gradevoli, diventano indispensabili.
Che poi, chi dice che non vada bene anche così?
I cambiamenti spaventano un po’ tutti, ci portano da ciò che conosciamo verso ciò che non conosciamo. Sono abitudinario per natura e ogni tanto mi lancio verso l’ignoto. Capita raramente, specialmente nelle piccole scelte. Incomincerei da qui, per fare esercizio. Raramente si sbaglia quando si ascolta il cuore.